Lettera del Ministro Generale Fr. José Rodriguez Carballo, ofm

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DUE NOMI, DUE FENOMENI, DUE LEGGENDE:

FRANCESCO E CHIARA

8° Centenario della Fondazione dell’Ordine delle Sorelle Povere

 

Carissime Sorelle Povere,

il Signore vi dia Pace!

 

Il 16 aprile 2011 abbiamo solennemente inaugurato in Assisi, in comunione con tutte le figlie di santa Chiara sparse nel mondo, le celebrazioni per l’VIII Centenario della conversione di Chiara di Assisi e della fondazione dell’Ordine delle Sorelle Povere. L’evento è iniziato con la celebrazione dei primi Vespri della Domenica delle Palme, presieduta dal Vescovo locale, Mons. Domenico Sorrentino, nella Cattedrale di S. Rufino. È proseguito con una peregrinazione, a cui hanno partecipato Frati francescani, Religiosi e Religiose e numerosi Laici, verso la Porziuncola, presso Santa Maria degli Angeli, dove la giovane Chiara, abbandonata «casa, città e famiglia» si rifugiò per consacrarsi al Signore «davanti all’altare di Maria» (cf. LegsC 8) ed abbracciare la forma di vita che Francesco le avrebbe mostrato (cf. TestsC 5) e che, più tardi, Innocenzo IV benedisse, approvando la Regola dell’Ordine delle Sorelle Povere. La peregrinazione ha avuto delle soste nei luoghi dove le Sorelle Povere conservano e trasmettono il proposito di questa donna evangelica, Chiara, che scommise tutto sul Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo: il Protomonastero, il Monastero di S. Quirico e quello di S. Coletta.

Fu un momento davvero commovente per l’evento di cui si faceva memoria: la consacrazione di Chiara con il taglio dei capelli ad opera di Francesco e la fondazione delle Sorelle Povere; per il cammino notturno per le vie di Assisi, giù fino a S. Maria degli Angeli, animato dai canti e dall’ascolto di brani tratti dalla vita di santa Chiara e dai suoi Scritti e riscaldato dalle luci tremolanti delle torce; per la sosta prolungata davanti alla Porziuncola, dove la «Madre della misericordia» generò l’Ordine dei Frati Minori e l’Ordine delle Sorelle Povere (cf. LegsC 8).

E davanti alla Porziuncola, a nome di tutti, ho ringraziato il Padre delle misericordie (cf. TestsC 2) per aver suggerito a Francesco di vivere secondo la forma del santo Vangelo (cf. TestsC 5) e per aver chiamato Chiara a lasciarsi sedurre dal «più bello tra i figli degli uomini» (2LAg 20), tanto da rivolgere totalmente e per sempre a Lui «mente, anima e cuore» (cf. 3LAg 12-13). Ma l’ho ringraziato e lodato anche per la schiera innumerevole di Sorelle Povere, che, in questi 800 anni di storia, hanno cercato di seguire Cristo secondo la forma di vita vissuta e proposta da Chiara di Assisi, realizzando così la profezia di Papa Alessandro IV che, illustrando il carisma della «donna nuova» della valle spoletana, parlò di «un albero alto, proteso verso il cielo, dai rami dilatati, che nel campo della Chiesa produsse soavi frutti e alla cui ombra piacevole e amica, molti seguaci accorsero da ogni parte, e tuttora accorrono per gustarne i frutti» (BolsC 31). Alla morte di Chiara, infatti, vi sono erano in Italia 115 monasteri e fuori d’Italia 50. Agli inizi del secolo XIV erano 413 i monasteri. Oggi i monasteri nel mondo sono circa 1000, con circa 15.000 Sorelle, tutti nati dalla «pianticella del beato Francesco».

 

Il significato di una celebrazione

 

Le celebrazioni, che vanno dal 16 aprile 2011 all’11 agosto 2012, sono un tempo favorevole per ravvivare la memoria di ciò che accadde 800 anni or sono, per riproporre la spiritualità di questa donna straordinaria e, soprattutto, per riscoprire l’attualità delle messaggio di madonna Chiara.

  • Per ravvivare la memoria. Per quelle «donne – grida Francesco mentre ripara la chiesetta di San Damiano – si renderà gloria al Padre nostro celeste in tutta la santa Chiesa» (TestsC 14). Neppure Francesco, forse, si rendeva conto che la forma di vita abbracciata da Chiara, sarebbe potuta diventare sostegno del ministero petrino ed alimento per la missionarietà della Chiesa, come scrisse Papa Gregorio IX alla «pianticella» di Francesco e alle Sorelle Povere di San Damiano nel 1228. La «vita di Chiara, sotto la guida di Francesco – scriveva Giovanni Paolo II – non fu “eremitica”, anche se contemplativa e claustrale». Alessandro IV, nella Bolla di canonizzazione, già affermava: «Chiara taceva, ma la sua fama gridava». E la sua fama gridava per l’esemplarità evangelica, capace di portare Cristo a coloro che erano nel mondo; per essere sostegno delle membra vacillanti; per la sua partecipazione alle vicende e alle angosce del tempo, sanando i bambini malati, proteggendo la sua città; per il suo grande cuore che abbraccia ogni creatura, anche la più umile e dimenticata, perché segnata dalla benevolenza del Creatore (cf. BolsC 4-5; TestsC 19; 3LAg 8; Proc 7.12).
  • Per riproporre la spiritualità di Chiara. Nel messaggio alle Sorelle Povere, a conclusione del 1° Convegno Internazionale delle Presidenti delle Federazioni OSC, venivano proposti tre anni di preparazione a queste celebrazioni con l’approfondimento delle seguenti tematiche: vocazione (2009), contemplazione (2010), povertà (2011). Sì, avete scelto un modo serio per prepararvi alla celebrazione dell’VIII Centenario. Avete indicato un cammino preciso per riappropriarsi della spiritualità che sostiene la vostra vita e per riproporre a tutti l’«anima» di Chiara. Da parte mia, come vostro fratello e servo, ho cercato di aiutarvi in questo cammino di approfondimento con le mie Lettere in occasione della festa della nostra Sorella Chiara del 2008, 2009 e 2010.
  • Per riscoprire l’attualità del suo messaggio. Evidentemente, in primo luogo, questo è impellente per voi, che avete scelto di seguire Cristo secondo lo «specchio e l’esempio» di Chiara di Assisi. Nella Lettera che la Conferenza dei Ministri generali del 1° Ordine e del TOR vi ha scritto per l’occasione il 2 febbraio 2011, tra l’altro, si dice: «che cosa vogliamo celebrare insieme: il ricordo di una regola o la memoria della storia di Dio con voi perpetuata nel tempo e che ancora oggi vi dona la passione per “osservare il santo Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità”? Come riportare alla luce, nella sua interezza, la Forma di vita che rende visibile e credibile a tutti che “per noi il Figlio di Dio si è fatto via, che ci mostrò e insegnò con la parola e con l’esempio il beatissimo padre nostro Francesco di lui vero amante e imitatore”? (TestC 5).Come potete ancora oggi essere voi nella Chiesa e per tutta la famiglia francescana memoria vivente di ciò che tutti noi, come battezzati, siamo chiamati a vivere?».

Per quanto mi riguarda, vi posso dire che il fascino di Chiara e ciò che ha sostenuto i suoi quarantadue anni di vita in un monastero di clausura stanno nel Vangelo. Fuggita da casa e scoperta la via indicatagli da Francesco, Chiara focalizza la forma di vita delle sorelle Povere nell’«osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo» (RsC 1,2). È questo essenziale a svelare il segreto della “giovinezza” di Chiara e la sua capacità di essere un punto di riferimento per la Chiesa e il mondo di oggi.

Ecco, Sorelle carissime, narrateci con la vita ciò che contemplate e toccate del Verbo della vita, contenuto nel Vangelo. Diteci, con la vostra esistenza, che Dio è ancora amore, sempre e per tutti.

 

25° dello spirito di Assisi

 

È provvidenziale: l’VIII Centenario cade durante il 25° anniversario dello spirito di Assisi. L’esperienza evangelica di Francesco e di Chiara ha fatto sì che Giovanni Paolo II abbia scelto Assisi per compiere quel famoso gesto storico – l’incontro dei Responsabili del mondo per pregare per la pace –, da cui è sorto quello che poi sarà conosciuto come lo spirito di Assisi. Noi, Francescani e Francescane, siamo nati ad Assisi, ma non dobbiamo sentire lo spirito di Assisi come una gloria di famiglia, ma piuttosto come un invito pressante ad offrire il nostro contributo e il nostro servizio alla costruzione di un mondo più pacifico.

E voi, Sorelle Povere, avete molto da offrire, perché il messaggio di Francesco e Chiara, dirà Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1993, può essere sintetizzato «in tre parole evangelicamente attuali: povertà, pace, preghiera». Continua: «povertà e pace… costituiscono due esigenze del messaggio [di Cristo], valido quanto mai per il mondo di oggi». E conclude, si può dire, con il Messaggio per la giornata mondiale della pace del 1993: la «povertà evangelica si pone come fonte di pace».

Con questo non si vuole eludere la complessità dei problemi, né negare l’urgenza di profondi cambiamenti. Semplicemente si vuol dire che non sorgerà la «civiltà dell’amore» se non si rimette al centro delle nostre città e dei nostri cantieri la “cattedrale”, se non si ha il coraggio di essere poveri, per essere liberi ed inoltrarsi nel “chiostro” con Madonna Povertà per capire in modo nuovo i «segreti delle cose» e la loro gioiosa rispondenza ai bisogni degli uomini.

 

Conclusione

 

Noi, Frati Minori, e voi, Sorelle Povere, non dobbiamo mai dimenticare un dato di fatto: «un solo e medesimo Spirito ha fatto uscire i frati e quelle donne poverelle da questo mondo» (2Cel 204).

Siamo stati generati dallo stesso Spirito, che ha suggerito a Francesco e Chiara come vivere il santo Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. Sì, secondo la felice espressione di Giovanni Paolo II del 1982, non è possibile «disgiungere questi due nomi: Francesco e Chiara. Questi due fenomeni:

Francesco e Chiara. Queste due leggende: Francesco e Chiara». Entrambi, infatti, hanno espresso il primitivo ideale francescano, nella complementarietà tra l’andare di Francesco e dei suoi Frati e lo stare di Chiara e delle Sorelle.

Si tratta, allora, di sapere comiugare autonomia e reciprocità. Cosa questa che cercheremo di fare nel 2° Convegno Internazionale delle Presidenti delle Federazioni OSC e degli Assistenti nei giorni 5-12 febbraio 2012.

Per ora desidero solo rinnovare, anche a nome di tutti i miei Frati, l’impegno datoci da Francesco e, cioè, di avere sempre cura diligente e sollecitudine speciale di voi, Sorelle Povere (cf. RsC 6,3-4).

Desidero concludere questa mia breve Lettera per la festa di santa Chiara 2011 ritornando alla sera del 16 aprile 2011 e riproponendo gli stessi auspici con i quali ho terminato la mia omelia in quella speciale circostanza: che l’VIII Centenario della consacrazione di santa Chiara e della fondazione dell’Ordine delle Sorelle Povere, sia un momento di grazia, perché le figlie di santa Chiara conoscano e vivano sempre meglio la loro vocazione e siano segni nel mondo di un Dio che è amore; perché i Frati Minori intensifichino le relazioni fraterne con le Sorelle Povere; perché tutti vedano in Chiara uno «specchio ed un esempio» di adesione a Cristo, nostro unico Signore e Salvatore.

«Il Signore sia con voi sempre, e ora voi siate sempre con lui» (BensC 16).

 

Roma, 15 luglio 2011 Festa di san Bonaventura, Dottore della Chiesa

 

Fr. José Rodriguez Carballo, ofm

Ministro generale OFM